Il vino di domani: 9 visioni d’eccellenza – una masterclass sul futuro con ISWA e Cristina Mercuri a Vinitaly 2025

16 Aprile 2025

I dieci anni di ISWA celebrano un percorso segnato dall’eccellenza del vino italiano, ma allo stesso tempo rappresentano anche un’occasione per riflettere sul futuro.

A Vinitaly 2025, la masterclass “Il vino del domani: 9 visioni d’eccellenza”, tenuta in collaborazione con Cristina Mercuri (Wine Educator, DipWSET), ha voluto approfondire come i nove produttori di Italian Signature Wines Academy stiano ridefinendo, con una attenzione particolare alle sfide del domani, l’identità del vino italiano.

Antonio Capaldo, Vice-Presidente di ISWA, ha introdotto la masterclass, tenutasi lo scorso lunedì 7 aprile, nella sala Iris del Palaexpo di Vinitaly 2025, sottolineando come l’associazione sia nata proprio da un incontro durante Vinitaly: “Volevamo creare qualcosa insieme. Qualcosa che avesse un elemento di italianità forte, che connota le nostre famiglie, un elemento di eccellenza nei vini e nei territori che ognuno di noi rappresenta, anche con un focus sull’ospitalità, e che avesse un altro elemento: quello delle famiglie. Non solo per una nozione classica della famiglia come elemento di continuità, ma soprattutto una famiglia che può guardare al futuro.

Enfasi particolare è stata riposta sulla componente “Academy” di ISWA, che da sempre ha grande attenzione sull’aspetto culturale del mondo del vino, di vitale importanza in momenti connotati da grandi sfide come quello che stiamo vivendo.

Durante la masterclass condotta da Cristina Mercuri in modo interattivo con i produttori, , sono stati degustati 9 vini, rappresentativi di ciascuna cantina del gruppo, come esempio di visione futura che affonda radici profonde nel carattere italiano:

  • VILLA SANDI: Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG “La Rivetta” Brut 2024
  • BELLAVISTA: Franciacorta DOCG Alma Assemblage 1 (NV)
  • FEUDI DI SAN GREGORIO: Cutizzi Greco di Tufo DOCG Riserva 2023
  • PLANETA: Eruzione 1614 Carricante Sicilia DOC 2022
  • FRESCOBALDI: Aurea Gran Rosé – Rosé Toscana IGT 2023
  • MASCIARELLI: Villa Gemma Cerasuolo d’Abruzzo DOC Superiore 2024
  • ALLEGRINI: Grola Valpolicella Classico Superiore DOC 2022
  • FONTANAFREDDA: Barolo DOCG Vigna La Delizia Lazzarito 2019
  • ARNALDO CAPRAI: 25 Anni Montefalco Sagrantino DOCG 2020

Ciascuno dei vini in degustazione è stato accompagnato da un commento del produttore di riferimento in materia di “vini del domani”:

La degustazione si è aperta con una riflessione sulla percezione del consumatore medio riguardo al mondo del vino, talvolta comunicato come austero e complesso, in anni segnati da un calo nei consumi.

Diva Moretti Polegato (Villa Sandi) ha sottolineato come, nell’ambito del Prosecco, vi sia un grande valore che va oltre la sola grande produzione: “Il terroir del Prosecco esprime in tutto e per tutto l’essenza dell’uva Glera, vocata alla freschezza, ma anche alla complessità.” Infatti, Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG “La Rivetta” Brut 2024 rappresenta un’interpretazione del terroir di Cartizze mantenendo un basso residuo zuccherino, distaccandosi dal passato tradizionale e stabilendo uno stile di beva che guarda al futuro.

Francesca Moretti (Bellavista) proietta la visione del Franciacorta del domani con una evoluzione nello stile di Alma Assemblage, fondato su uno studio approfondito del territorio e delle sue parcelle: “Il nostro principio guida non è la tecnologia, ma il nostro sense of place: il valore principale è il territorio, la sua espressione e come lo lavoriamo. […] L’uomo rimane al centro e guida nuove tecnologie a supporto del lavoro in campagna, strumenti che ci permettono un’agricoltura di precisione a fronte di un’enologia sempre più leggera. […] L’uomo decide la direzione: non un lavoro standardizzato, ma molto peculiare.

Continuando in Irpinia con Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio), l’accento è stato posto sulla sostenibilità e sul ruolo dei suoi valori nella creazione di uno stile produttivo distintivo: “Preservare le vigne, anche dovendo rinunciare in certi anni al frutto o a certe quantità, è qualcosa che abbiamo sempre fatto. […] Quello che diventa sempre più importante è unire una visione puramente viticola a una visione aziendale a 360° con l’obiettivo di lasciare un mondo che sia un pochino meglio di come l’abbiamo trovato.

Successivamente, Alessio Planeta (Planeta) ha condiviso l’importanza dei valori della tradizione siciliana nei vini del futuro, con una menzione al Carricante 2022 in degustazione: “Ci siamo sempre mossi non guardando né all’innovazione né alla tradizione, ma in realtà a tutti e due. […] A volte è quasi difficile per i produttori sperimentare, provare con vitigni non autoctoni, sembra di tradire il territorio. […] Abbiamo piantato più bianchi che rossi sull’Etna: la tradizione c’era, ma l’abbiamo rivisitata. […] Abbiamo utilizzato la dicitura ‘Eruzione 1614’, che è la volontà di classificare l’Etna non attraverso le contrade, ma attraverso le eruzioni.”

Dalla Sicilia si è passati quindi alla Toscana, con Andrea Orsini (Marchesi Frescobaldi), e una riflessione che parte da una storia produttiva nel 1300, ma continua a guardare al domani: “Settecento anni di storia fanno sì che a un certo punto si debba guardare anche all’innovazione, altrimenti la storia rimane letta sui libri, ma non si costruisce il futuro. […] Il compito di ciascuno di noi è interpretare al meglio un territorio. (Con Aurea Gran Rosé) la volontà è stata quella di capire esattamente la cosa migliore da piantare (a Tenuta Ammiraglia). […] Abbiamo voluto sperimentare, guardare al futuro, e i vini rosé vanno sicuramente in questa direzione.”

A seguire, con Marina Cvetic (Masciarelli), la masterclass è continuata in Abruzzo, sempre in ambito di vini rosati. Le sfide per il futuro, secondo Cvetic, passano per le pratiche rigenerative: Villa Gemma Cerasuolo d’Abruzzo è già una sfida. Ci abbiamo creduto tantissimo e in solitudine, dal 1981. […] Rappresenta l’agricoltura rigenerativa […] che tra dieci anni sarà diffusa in tutto il pianeta.”

Ad aprire la sezione dedicata ai vini rossi, Silvia Allegrini (Allegrini) ha riflettuto su come l’azienda abbia mantenuto nel tempo, e continuerà a mantenere, uno stile distintivo: “È sempre stato per noi fondamentale lasciar parlare i vigneti. […] Credo che i grandi vigneti abbiano la capacità di autodeterminarsi, e riuscire a dare un’interpretazione di sé, del clima, delle varietà che prevale sulle ‘mode’. […] Con Grola 2022 si ritorna alle origini, lasciando parlare il territorio. […] E ci porterà da oggi in avanti a poter pensare alla Valpolicella più autentica.”

Andrea Farinetti (Fontanafredda) ha continuato la riflessione sull’importanza del passato nel parlare di futuro, specie riscoprendo vigne in purezza che negli anni si è cessato di vinificare separatamente: “Parliamo soprattutto di riscoperta. Penso che per decidere l’approccio verso il futuro convenga fermarsi, guardare indietro alla strada percorsa, e poi si capisce la direzione da prendere. […] L’approccio al passato mi ispira a ciò che dovrà essere il futuro.”

A concludere la masterclass, Marco Caprai (Arnaldo Caprai) ha posto l’accento sulle scelte produttive legate al Sagrantino e le sfide per il territorio umbro negli anni a venire: “La sfida è sempre quella: fare vini identitari e che siano compresi. […] È la qualità che cambia il mondo e rende questi vini un successo; crea storia, valore, e la capacità di prendersi un piccolo grande spazio nel mercato.”

Un ringraziamento speciale a tutti i produttori e ai loro vini, a Cristina Mercuri per aver condotto questa degustazione ricca di spunti, e ovviamente un grazie a tutti i partecipanti intervenuti numerosi.